IL MARTELLO DI CARLO TRESCA, il libro, curato con scrupolo, pazienza e passione da Concettina Falcone Salvini di Sulmona, conquistata dalla vita e dalle battaglie politiche e giornalistiche di Carlo Tresca, nato a Sulmona (Aq) il 9 marzo 1879, emigrato negli Stati Uniti, non è la biografia di questo intrepido e coraggioso combattente del proletariato e degli emigranti italo-americani, ma una sorta di autobiografia e di ampia antologia giornalistica, nella quale è lo stesso Tresca a raccontarsi e a tramandarci – attraverso brani dei suoi introvabili e coinvolgenti articoli apparsi su «Il Martello», il settimanale anarchico «di battaglia» che pubblica a New York dal 1917 al 1946 – a volte sconosciuti ma interessanti eventi e fatti politici e sociali del suo tempo, battendosi con coraggio contro il fascismo, lo stalinismo e il franchismo.
La particolarità del giornale stava nel fatto che il direttore, non era solo un giornalista, ma il troublemaker per eccellenza, il più intelligente, agguerrito e seguito tra gli organizzatori sovversivi che avevano infiammato l’America all’epoca dei grandi scioperi. Un mito per i lavoratori.
Tresca pagherà mortalmente la sua ultima battaglia giornalistica contro gli ex fascisti italo-americani divenuti democratici. L’11 febbraio 1943 viene barbaramente ucciso a colpi di pistola da mafiosi americani in una strada di New York.
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